http://www.nessundove.net/2007/12/16/parla-come-mangi-info-riflessioni-intorno-al-codice-culinario/
Perché agli italiani piace parlare di cibo
Un itinerario tra storia, cultura e costume
Elena Kostioukovitch
Sperling & Kupfer Editori, 2006
Prezzo 22,00 euro
Vincitore del Premio Bancarella della Cucina 2007

A questo libro ci introduce Umberto Eco, con tre pagine di prefazione. Lo fa perché Elena Kostioukovitch è la traduttrice in russo dell’autore e nel farlo Eco riflette su fatti che confida al lettore, il suo interesse in viaggio per il cibo locale, per esempio, perché anche attraverso l’esperienza culinaria si arriva alla comprensione di una civiltà. E poi, i suoi personaggi mangiano ‘moltissimo’ ci ricorda Perché, se ti avventuri nelle isole dei mari del Sud o nell’Oriente bizantino, o in un universo scomparso da centinaia o da decine di anni, devi far mangiare il lettore, per condurlo a capire come pensano i personaggi.

La Kostioukovitch conduce noi a una riflessione già col titolo. È evidente, la nostra lingua abbonda di metafore linguistiche sul cibo, infatti noi rendiamo pan per focaccia, mettiamo troppa carne al fuoco, alcuni sono buoni come il pane e le cose talvolta capitano a fagiolo. La materia è nota e studiata ma sempre sorprendente fermarsi a valutarne la portata, l’autrice cita Andrea Tagliapietre che nel suo articolo La gola del filosofo. Il mangiare come metafora del pensare scrive Noi abbiamo ‘appetito’ di conoscenza, ‘sete’ di sapere o ‘fame’ d’informazioni. Noi ‘divoriamo’ un libro, ‘facciamo indigestione’ di dati, abbiamo la ‘nausea’ di leggere o di scrivere, non siamo mai ‘sazi’ di racconti, ‘mastichiamo’ un po’ di inglese.

Come è vero che noi si parla di cibo in tutti i contesti, e, a nostra impressione il fenomeno, oltre ad aggregare, ‘lievita’. La conversazione gastronomica non avviene dietro il banco del macellaio ma in azienda dopo una riunione, in treno, alle cene, persino facendo sport. Coinvolti: tutti. Avete mai avvertito esitazione o imbarazzo se l’argomento di conversazione è il risotto?
Il libro è il viaggio immaginario di una straniera dapprima sorpresa poi conquistata. L’autrice ci accompagna dal Friuli Venezia Giulia alla Sardegna. E tra una regione e l’altra degli ‘Intermezzi’, di zona in zona, il catalogo si arricchisce di spunti storici, sociologici, politici, popolari o colti.

Non ci è parso un libro da divorare ma da gustare.